Nel Parco del Roccolo non ci sono corpi d’acqua naturali; esistono, invece, i canali e rogge per l’irrigazione dei campi e i laghi di cava. L’acqua, di ottima qualità, e la vegetazione intorno ad essa sono fonte alimentare nonchè luogo di riproduzione per molti tipi di uccelli tra cui l’airone, il germano reale, la gallinella d’acqua, il tarabusino, il prociglione, il migliarino; di rettili, come la biscia d’acqua; anfibi, come la rana verde e il rospo smeraldino, pesci e molte specie di insetti e invertebrati.
Nel Parco ci sono alcuni laghi di cava e alcune zone umide formate grazie all’attività estrattiva di ghiaia e sabbia, che costituiscono il sottosuolo della pianura. Quando lo scavo raggiunge la falda (la riserva d’acqua presente nel sottosuolo) si forma un lago artificiale.
Il canale Villoresi riveste tuttora enorme importanza per l’agricoltura di buona parte del milanese. Fu realizzato, infatti, con funzione irrigua su progetto dell’Ing. Eugenio Villoresi nel 1891.
Esso trae le sue acque dal fiume Ticino e termina nel fiume Adda, attraversando il Parco nei territori di Busto Garolfo e Parabiago.
Da questo canale nel territorio del Parco partono tre diramazioni che portano le acque verso i campi coltivati. Di particolare interesse è il canale secondario "di Corbetta" che si dirama dal Villoresi in località "quattro bocche" (Busto Garolfo), tra le più interessanti dal punto di vista paesaggistico.
Accanto ai canali ci sono strade e sentieri costruiti per la loro manutenzione. In alcuni tratti queste "strade azzurre" sono state attrezzate come piste ciclabili e possono essere percorse senza difficoltà. In altri tratti, invece, poiché sono senza protezione, è necessario prestare molta attenzione. |